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Tina Lindhard

La caverna come metafora dal punto di vista femminile e maschile

La caverna di Platone, che riguarda il dialogo tra il suo mentore Socrate e Glaucone, fratello di Platone, non è l’unica immagine di caverna che abbiamo ereditato dai tempi antichi. Esiste una versione molto più antica in cui le donne del Paleolitico erano in grado di trasporre la loro comprensione della realtà come avente una componente spirituale fisica e non fisica (immateriale) attraverso il trasferimento figurato di attributi comuni, come la caverna, il segno V o l’oca, che rappresentano tutti il grembo materno da cui nasce tutta la creazione. Le caverne, essendo cavità oscure, hanno una lunga storia di rappresentazione dell’utero o del grembo materno, mentre la bocca della caverna incarna la vulva. Suggerisco che questa comprensione, basata sulla “coscienza della donna” che implica l’osservazione della corrispondenza tra gli eventi del loro corpo e gli eventi di natura cosmica, abbia permesso ad alcune di loro di fondare le loro intuizioni in immagini rappresentative come strumento didattico per spiegare la realtà. L’ineffabile, per loro, non era una base astratta dell’essere, ma un’entità che poteva creare e dare vita a un mondo naturale dualistico o polare, ma che si manifestava anche attraverso di loro e tutta la creazione, così come vibra attraverso di noi ed è ciò che anima ogni cellula del nostro corpo. La relazione tra l’enigma e la Madre sembra essere al centro della loro spiritualità. Questa prospettiva matri-focalizzata non si sposava bene con la nuova struttura patriarcale degli antichi greci e necessitava di una sostituzione per consolidare il loro potere e, inoltre, il modo in cui intendevano l’universo. Questo cambiamento comportava un nuovo modo epistemologico di comprendere la realtà, il che è comprensibile dal momento che non esiste un legame apparente tra il corpo maschile e gli eventi cosmici. Nella metafisica di Platone, la visione precedente e illustre della caverna diventa legata a un modo illusorio di vedere la realtà. Questo deprezzamento si verifica anche con altri elementi essenziali legati alla prospettiva femminile, come la luna e l’oscurità. Una possibile nuova strada da percorrere sarebbe quella di riconoscere, comprendere e onorare i diversi modi epistemologici che i due sessi hanno sviluppato per comprendere la realtà e le loro diverse ma sovrapposte posizioni metafisiche.

Bio

Tina Lindhard è una ricercatrice sulla coscienza nata in Sudafrica che vive in Spagna e lavora come tutor di dottorato in Studi sulla Coscienza per l’Università Internazionale di Studi Professionali (IUPS), Hawaii, USA. Ha conseguito un master in psicologia transpersonale presso l’Università di Sofia (ITP) in California e un dottorato di ricerca presso l’IUPS. L’interesse di Tina per la coscienza ha una lunga storia; si è interessata alla meditazione, alle droghe, alla morte, ai sogni e agli stati alterati di coscienza durante gli studi universitari alla UCT, in Sudafrica. Tuttavia, quando Tina si è resa conto che non poteva porre domande a nessuno sugli stati di coscienza più profondi se non li aveva sperimentati in prima persona, ha lasciato l’università e ha iniziato la ricerca interiore. Questo viaggio serpeggiante è durato molti anni e ha dato pochi frutti fino a quando, più di 20 anni fa, ha incontrato lo yogi vivente Srinivas Arka che l’ha ispirata a cercare la verità e a sperimentarla utilizzando un metodo di meditazione basato sul cuore noto come Arka Dhyana o Meditazione Intuitiva. Come parte della sua ricerca, Tina è tornata a completare gli studi universitari e, sulla base della sua ricerca accademica e interiore, ritiene che la visione metafisica femminile del mondo sia stata sovrastata da una versione maschile che, tranne in rare occasioni, ha impedito a noi donne di vivere una vita spirituale veramente incarnata attraverso la quale spiritualizziamo l’intera creazione e vediamo il Divino, il Sé o lo Spirito in ogni cosa e in ogni persona; una chiarezza tanto necessaria che ci permette di vivere con rispetto per tutto ciò che esiste e quindi di amare e adorare la vita. I suoi numerosi articoli sulla Coscienza e sul Principio Femminile sono disponibili su Research Gate e Academia. In questa conferenza parlerà della Caverna come metafora dal punto di vista femminile e maschile.