Skip to main content

“Il Transpersonale non è…” di Pier Luigi Lattuada

Il Transpersonale non è il pre-personale

Ken Wilber (Wilber, 1995) ha prestato costante attenzione alla distinzione tra transpersonale e pre-personale, quest’ultimo frutto dell’infanzia della coscienza.
A sua volta, Grof (Grof 2000) distingue tra un livello sottile inferiore e un livello sottile superiore. Nella sua articolata discussione su quello che chiama “l’errore pre/trans”, Wilber (Wilber, 1995) fa riferimento a Hegel e Aurobindo, ad Aristotele e a Teillhard de Chardin per definire la direzione evolutiva del mondo, lungo una linea che va dai livelli inferiori a quelli superiori di organizzazione, caratterizzati da un grado crescente di complessità e consapevolezza.

Secondo Hegel e più in generale secondo la filosofia perenne, la storia dell’evoluzione è quella dell’autorealizzazione dello spirito, “il processo attraverso il quale lo Spirito conosce se stesso nella forma dello Spirito”(5). Hegel lo descrive in una sequenza di tre stadi di sviluppo, che si snoda attraverso i livelli della natura, dell’umanità e del divino. Questi tre stadi si sovrappongono a quelli che Wilber definisce da un punto di vista psicologico: pre-personale, personale e transpersonale. Il pre-personale o inconscio è quello che Hegel definisce lo stadio della natura, in cui il sé dello Spirito nega il livello delle sensazioni e delle percezioni fisiche nella materia. Il personale è la fase in cui lo spirito torna allo spirito, superando la negazione di sé attraverso l’autocoscienza. È il luogo dell’io, della coscienza mentale e razionale. Il transpersonale è, nel modello di Hegel, il livello in cui lo spirito si scopre spirito, il luogo della divinità, il supercosciente.
Poiché il pre-personale e il transpersonale non sono entrambi personali, le loro manifestazioni possono essere facilmente confuse, essendo simili.

Wilber descrive due tipi di errori frequenti: ridurre il transpersonale al pre-personale ed elevare il pre-personale al transpersonale. Il primo deriva dalla visione meccanicistica della scienza, il secondo dalla descrizione del mondo fatta dalle religioni ortodosse.

Il Transpersonale non è l’extra personale

Indagando la differenza tra contenuti transpersonali e contenuti extrapersonali, il confine sembra situarsi al limite del sacro. Ciò significa che fenomeni diversi, apparentemente simili, sono espressione di livelli diversi di coscienza.

Fenomeni come la telecinesi, la levitazione, la radioestesia, la radionica, il fachirismo, il lavoro con i cristalli, le percezioni extrasensoriali, il camminare sul fuoco, l’azione della mente sul corpo e così via sono assolutamente extrapersonali. Mentre l’esperienza del sé, del supercosciente, il contatto con gli archetipi superiori, così come l’intuizione, la creatività, le esperienze mistiche, le guarigioni spirituali, l’esperienza delle energie sottili e alcuni fenomeni di trans-identificazione, di incarnazione e di “vite passate” sono transpersonali.

Il Transpersonale non è New Age

Gli ultimi decenni del XX secolo sono stati caratterizzati dall’esplosione del fenomeno New Age, in particolare nella musica, nella letteratura e nei metodi di cura a sfondo esoterico o spirituale.

La cultura di cui tutto questo è espressione è spesso superficiale, irrazionale e fideistica (credere senza riserve). Di solito si rivolge a un mercato di consumo di massa, in cui le persone non vogliono sapere veramente chi sono e cercano semplicemente soluzioni facili e senza sforzo.

La guarigione o le conquiste spirituali sono spesso offerte nello stesso modo semplice usato per ottenere successo e ricchezza, mentre l’enfasi è posta sugli aspetti positivi e su un risultato garantito. Il sacrificio, la cura e lo spirito critico sono di solito lasciati da parte.

La visione transpersonale non contrasta la ragione, ma la trascende con l’intuizione che la include. Non esclude l’ombra, ma dà suggerimenti su come contattarla e conoscerla; non chiede un’accettazione cieca, ma offre modelli di convalida dell’esperienza interiore. Non cerca proseliti e non promette scorciatoie per il paradiso; non è per tutti, ma solo per chi è disposto a intraprendere un lungo e difficile cammino verso la propria vera natura. Non ha un atteggiamento antiscientifico e fideistico, ma piuttosto lavora a favore dell’ampliamento dei metodi scientifici e dei loro campi d’azione.

Il Transpersonale non è una religione

Il movimento transpersonale non si considera un movimento religioso o un’alternativa alle dottrine religiose e alle tradizioni spirituali organizzate. Piuttosto, studia e cerca di favorire l’esperienza religiosa, cioè l’esperienza interiore del Sé. I suoi campi di interesse non sono i dogmi, le credenze o le verità rivelate, ma le qualità più propriamente umane e gli strumenti utilizzati per risvegliarle.

In altre parole, si occupa delle modalità attraverso le quali ciascuno può raggiungere una religiosità personale e dei problemi connessi.