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“EVOLUZIONE – La ‘forza’ che è con noi” di Ervin Laszlo

C’è una forza nell’universo che ci dà il potere e ci guida per affrontare le sfide del nostro tempo. Questa forza non è una delle forze fisiche conosciute, una forza cinetica-energetica che spinge e tira. È un impulso sottile, un’inclinazione o una tendenza quasi spirituale. Nel linguaggio delle scienze della vita, si può chiamare “tropismo”, un’attrazione verso particolari risorse o condizioni. Nel contesto delle scienze dei sistemi, è un “attrattore”. Gli attrattori sono strumenti concettuali per misurare lo stato di un sistema complesso, valutando la configurazione delle forze che lo mantengono in uno stato stazionario o in evoluzione dinamica.

L’attrattore attivo in natura è una sottile inclinazione verso particolari risultati tra interazioni altrimenti non direzionali o probabilmente casuali. Questo orientamento è verso la formazione di insiemi integrali di elementi diversi, entità complesse e coerenti. Esse possiedono un grado e una forma di integrazione che equivale alla “completezza”. L’attrattore che orienta le interazioni nell’universo è orientato all’interezza: è un “attrattore olotropico”. Non è necessario che sia una legge di natura separata e aggiuntiva: potrebbe essere, e molto plausibilmente è, l’effetto emergente delle leggi conosciute.

L’attrattore olotropico appare come un tropismo verso la coerenza e l’unità in tutta la natura. Nel regno umano, si manifesta come istinto e intuizione, o come sottile intuizione spirituale. Connette le persone con la natura e l’universo. È efficace sia che ne siamo consapevoli sia che non lo siamo. Ma è più efficace quando ne siamo consapevoli, perché allora possiamo essere consapevolmente connessi e guidati da essa.

L’esistenza di un impulso evolutivo in natura è un’intuizione antica; non è stata scoperta, ma solo riscoperta oggi. Le implicazioni di questa riscoperta sono profonde. Suggeriscono che l’evoluzione della vita non è una risposta a condizioni esterne, ma il dispiegarsi di un tropismo intrinseco all’organismo. Ora abbiamo prove a sostegno di questa riscoperta.

Ricerche all’avanguardia suggeriscono che per quasi duecentomila anni il genoma umano è stato essenzialmente lo stesso di oggi. Sono stati identificati i geni responsabili del funzionamento del nostro organismo, che codificano facoltà avanzate come il linguaggio articolato e la mente auto-riflessiva. Questi geni fanno parte del nostro patrimonio genetico da almeno duecentomila anni. Erano presenti nel nostro genoma prima che le facoltà che codificano fossero espresse nel nostro fenoma (il nostro organismo biologico). Come mai facevano parte del nostro genoma? La loro presenza non può essere dovuta all’interazione di molte generazioni con il mondo circostante: sono precedenti a tali interazioni. È anche improbabile che la loro presenza sia dovuta a una serie serendipica di interazioni casuali, poiché la probabilità che siano costituite da interazioni casuali è trascurabile. Non solo duecentomila anni, ma i 3,5-4 miliardi di anni trascorsi dall’inizio della vita sul pianeta non sarebbero sufficienti a fornire una ragionevole probabilità che i nostri geni siano stati creati da una riorganizzazione casuale delle loro cellule e molecole.

La conclusione è ineluttabile. Esiste una forza nell’universo – un tropismo o un attrattore – che orienta le interazioni non più casuali verso la formazione di entità complesse – entità che sono intere e sufficientemente coerenti per mantenersi ed evolvere verso livelli più elevati di coerenza e complessità. Questa forza doveva essere presente nell’universo al momento della formazione dei primi insiemi di quanti nel “brodo” primordiale dell’universo primordiale. La fisica quantistica rivela che gli atomi neutri, base strutturale degli insiemi molecolari e macromolecolari, non sono nati da processi casuali: l’universo è stato “strutturato” fin dai primordi in modo da formare sistemi complessi e coerenti. Essi emergono quando e dove le condizioni sono adatte a formare le catene di carbonio su cui si basano. Come testimonia la presenza sorprendentemente diffusa di “estremofili”, la vita emerge anche in luoghi improbabili come il fondo del mare, vicino a vulcani attivi e in prossimità di stelle attive. Emerge in condizioni di alta salinità, estrema aridità e livelli di radiazioni quasi letali.

L’intuizione che emerge è che l’evoluzione nell’universo non è né casuale né generata dall’esterno. È catalizzata da una forza evolutiva cosmica: un tropismo o attrattore presente nello spazio e nel tempo. Questa è “la forza” che i giovani desiderano avere con sé. L’attrattore cosmico è quella forza ed è con loro, così come è con tutti gli esseri viventi, sulla Terra e nell’universo.

 

– Ervin Laszlo