“DEL SOGNO” di Rudolf Steiner

Quando vi accade di avere un sogno, e di questo sogno vi rammentate, dato che di esso serbiate un ricordo abbastanza chiaro come spesso accade, vi rendete conto senz’altro che mentre il sogno si svolge voi ne siete in certo modo l’osservatore, ma senza che durante queste osservazioni abbiate di queste immagini che passano evanescenti davanti all’anima una precisa coscienza “Io”. Ripeto che sempre occorre fare le premesse che nel sogno la coscienza Io non si afferma così distintamente come nella coscienza di veglia. Le immagini che passano davanti all’anima come tramando e tessendo, rappresentano scene, sequele di figure le quali, o son bene note a colui che sogna, riallacciandosi ad esperienze di sogni passati o dell’ultimo tempo, oppure trasformano nei modi più diversi siffatte esperienze, le mutano così radicalmente nelle loro forme che una data esperienza non viene più riconosciuta da noi e si credi di sognare tutta un’altra cosa. Accade anche che si abbiano sogni i quali non si riallacciano a delle esperienze, che dunque rappresentano cosa del tutto nuova di fronte alle esperienze che abbiamo vissute. E tuttavia ogni volta si avrà l’impressione, la sensazione che davanti all’anima ci siano sfilate, che all’anima si sia rivelata una specie di immagini viventi e che tutto ciò lo ricorderemo al risveglio. Vi saranno sogni che la nostra memoria riterrà più a lungo, mentre altri quando ritorniamo alle vicende diurne si saranno quasi spenti.
Oggi vogliamo darci risposta alla domanda seguente: Dove, entro quale mondo ambiente percepiamo noi, propriamente, questi sogni evanescenti?”. Allorché nello stato di veglia siamo nel mondo fisico, noi sappiamo di percepire entro quel mondo che chiamiamo il mondo fisico, ciò che appunto percepiamo. Che cosa è in certo modo la sostanza, la materia corrispondente ai processi, alle cose materiali del mondo fisico nello stato di veglia in cui noi percepiamo, durante il sogno? E’ il mondo che noi chiamiamo Mondo Eterico, è l’etere che si diffonde in tutto l’universo con tutti i suoi processi, con tutto ciò che in lui vive. Questo è l’elemento sostanziale entro al quale noi percepiamo allorché sogniamo. Di regola però sognando noi percepiamo soltanto una parte ben definita del mondo eterico. Come allo stato di veglia, quando percepiamo fisicamente, il mondo eterico è a noi precluso nella vita solita, come l’etere è d’intorno a noi senza che noi lo percepiamo coi sensi visivi, così anche per sognare solito l’etere che ci circonda rimane non percepibile. Ci appare mentre sogniamo soltanto quella parte del mondo eterico che è il nostro proprio corpo eterico.
Considerate che nel sonno noi ci troviamo fuori del nostro corpo fisico e del nostro corpo eterico, ed è in ciò dunque che consiste il sogno comune: con quell’elemento con il quale noi stiamo fuori dal corpo fisico e dal corpo eterico, ossia con il corpo astrale e con l’Io guardiamo indietro, in certo modo, a ciò da cui siamo usciti col sonno, ma in questa contemplazione di noi stessi non ci viene a coscienza il nostro corpo fisico, per cui non ci serviamo dei nostri sensi fisici ma piuttosto, trascurando il nostro corpo fisico, guardiamo indietro solo al nostro corpo eterico. In fondo dunque sono i processi del nostro corpo eterico che quali schiarite di sole in un cielo nuvoloso, sgombrando i loro veli qua e là, ci appaiono a guisa di sogno. La maggioranza dei sogni effettivamente è tale che l’uomo guarda dal sonno sul proprio corpo eterico e gli affiora alla coscienza una parte dei processi enormemente complicati del corpo eterico, il che costituisce il sogno.
Questo nostro proprio corpo eterico che è dunque una parte di noi stessi, è cosa straordinariamente complicata. In esso sono per esempio contenuti tutti quanti i ricordi. Anche tutto quanto si è inabissato nelle profondità dell’anima e che non affiora alla nostra coscienza solita diurna, il corpo eterico lo contiene sempre in sé, in una qualche maniera. Tutta la nostra vita passata, trascorsa sin qui nella nostra incarnazione attuale, è contenuta nel nostro corpo eterico, vi sta realmente racchiusa. Bisogna ammettere, beninteso, che è straordinariamente difficile rappresentarsi tutto ciò, ma è tuttavia così.
– Rudolf Steiner
Berlino, 18 Aprile 1914