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“APRIRSI ALLA GIOIA” di Serge Beddington Behrens

Che cos’è la gioia?

Voglio dire qualche parola sulla gioia perché credo che sia una qualità umana così importante: quando proviamo gioia, ci sentiamo connessi a un noi più effervescente, ci sentiamo veri e spesso viene fuori il meglio di noi – eppure, purtroppo, non è abbastanza diffusa nella nostra società, tanto siamo attaccati ai drammi che accadono nel mondo e alla convinzione che la realtà che ci viene rappresentata dai media sia l’unica realtà che esiste.

Ebbene, gente, non è così! Ci sono stati d’essere molto abbondanti che ci aspettano per essere abbracciati, se solo scegliamo di farlo!

Quindi la prima cosa che dirò sulla gioia è che non credo che si possa cercare direttamente. Di certo, non si ottiene cercando di vivere evitando il dolore. Anzi, spesso accompagna il dolore o ne è il rovescio. William Blake lo capì e iniziò una delle sue piccole poesie con le parole:

Gioia e dolore sono intessuti finemente/un abito della vita divina…

Così, l’edonista che si dedica alla ricerca del piacere – per sentirsi bene ed evitare il dolore – tende in realtà a vivere il tipo di stile di vita che lo rende meno suscettibile alla gioia e troppo spesso deve ricorrere a mezzi chimici per cercare di fabbricarsene una forma surrogata!

Sì, la gioia è collegata alla felicità – potremmo dire che la felicità è una parente molto stretta – ma è molto di più. Mentre la felicità viene più dall’esterno – siamo felici se vinciamo alla lotteria, quando abbiamo successo in qualcosa – la gioia è più legata all’interno, all’anima; è molto più profonda della felicità e a volte emerge anche quando non c’è nulla di esteriore che ci faccia sentire felici.

Dove si trova la gioia?

Molte persone provano gioia anche se possiedono ben poco, perché è una qualità non tanto legata all’avere quanto all’essere, non agli eventi che si verificano nella nostra vita, ma a quanto siamo aperti a permettere allo spirito della vita di fluire in noi in qualsiasi momento. Se la nostra vita “essere” o vita interiore non si è espressa, per quanti beni possiamo avere, per quanto possiamo essere materialmente ricchi, per quante caselle di cose che pensiamo sia importante avere, possiamo provare sentimenti di soddisfazione o di potere, la vera gioia probabilmente ci sfuggirà sempre, perché si trova principalmente nella nostra vita interiore.

Per me provare gioia è piuttosto sottile e richiede che entrino in gioco altre dimensioni della vita e se la nostra vita non è vissuta in modo da evocarle, allora non la sperimenteremo. Se guardo ai momenti della mia vita in cui mi sento pieno di gioia, è sempre quando sono connesso al mio vero sé e, di conseguenza, all’insieme della vita. Infatti, quanto più forte è la nostra connessione con l’insieme della vita – con ciò che ci tocca in modo particolare, che si tratti di altre persone, della musica, del regno delle idee, della natura, del nostro lavoro, eccetera – tanto maggiore è il potenziale di gioia che, pur essendo provata da noi personalmente, è più di “qualcosa di personale”. Come archetipo, esiste nel mondo intero e quindi, metaforicamente parlando, quanto più mondo là fuori riusciamo a tenere dentro di noi – cioè quanto più ampia è la nostra sfera di ciò che della vita includiamo e abbracciamo – tanto più potenziale abbiamo per sperimentare questa qualità.

La gioia è molto legata alle cose che amiamo fare. Ricordate il famoso commento del grande mitologo Joseph Campbell sulla scelta di vivere una vita basata sul “seguire la mia beatitudine”, cioè concentrarsi principalmente su ciò che il nostro cuore ci attira, che nel suo caso era esplorare e scrivere sulle mitologie di tutte le diverse culture del mondo? Ho avuto il privilegio di studiare con lui e, nonostante avesse più di 80 anni, tutto il suo essere irradiava una gioia profonda, che era molto contagiosa. Nel mio piccolo, quando sono con le persone che amo, quando gioco a tennis, nuoto nell’oceano, insegno nei seminari, cerco nel mio piccolo di aiutare le persone, mi sento molto connesso a me stesso e osservo che spesso la gioia si sprigiona. Qualche giorno fa, sono andato molto presto al mattino in spiaggia. Non c’era nessuno. Ho guardato il sole sorgere, mi sono immersa nelle acque calde e tranquille e il mio cuore è esploso di gioia. Per vivere appieno l’esperienza, ho osservato che anche il mio corpo doveva essere coinvolto.

Credo che la gioia sia associata a tre cose principali:

  • Situazioni di genuinità (e cosa c’è di più genuino o in sé se non la natura)
  • Avere una mente tranquilla
  • Fare del nostro meglio per vivere in modo semplice.

Uno dei motivi per cui oggi c’è così poca gioia reale nel mondo è che il modo in cui molti di noi vivono è artificiale, di conseguenza la nostra mente è spesso disturbata e ci complichiamo troppo la vita.

Pertanto, il fatto di sperimentare o meno la gioia è molto legato al modo in cui vediamo la vita e scegliamo di viverla.

 

– Serge Beddington Behrens